In un momento in cui nell’editoria italiana sembra esserci un ripensamento sulle BD, è confortante trovare ogni settimana in edicola due albi della Gazzetta dello Sport, uno con gli episodi di Blake e Mortimerdi E. P. Jacobs e l’altro con quelli di Jerry Spring di Jijé, praticamente metà degli eroi classici dell’Olimpo della BD franco-belga. È una sensazione piacevole non provata da tempo.
Con l’episodio sul Mistero della grande piramideJacobs va oltre l’Espadon, creando nel 1950 il thriller esoterico-archeologico, ben prima di Indiana Jones e Martin Mystére. La trama è semplicemente perfetta e quando uscì nelle edicole italiane per la prima volta nei 1964 sui Classici Audacia della Mondadori fu una specie di Big Bang per chi ebbe la fortuna di gustarla all’epoca e il personaggio di Mortimer divenne subito un beniamino.
Pensate, un professore scozzese molto british, grande scienziato, barbuto, un poco irascibile, un po’ avanti negli anni, niente muscoli ma solo cervello! Una figura piuttosto inusitata nel mondo del fumetto di allora, dominato da eroi avventurosi adolescenti e giovani adulti pronti solo alle scazzottature! La trama è valorizzata al massimo dai disegni chiari e puliti, rispetto a quelli del Segreto dell’Espadone del Marchio Giallo, due storie divenute tormentoni con l’Espadon e il simbolo giallo in ogni angolo della BD franco-belga.
D’altro canto nell’episodio egiziano si parla soprattutto di religioni del passato e di segreti archeologici, di cui l’Egitto odierno è ancora pieno. Forse il tormentone che si può utilizzare è la famosa frase “Per Horus, fermati!” esclamata dal vecchio sceicco contro Olrik.
L’egittologia europea deve molto a questa storia per aver contribuito alla sua conoscenza e divulgazione presso un pubblico giovanile, che su quelle pagine ha imparato ad apprezzare la misteriosa civiltà egizia. Fra le storie di Jacobsè forse quella più solare, meno cupa, in tema con il simbolo aureo del dio Aton. Un vero cult!
L’altro grande autore, Jijé, invece, nelle storie del cow boy Jerry Springha un tratto grafico più nervoso, quanto di più lontano dalla Linea Chiara. La sua si potrebbe definire Linea Scura per la grafia “sporca” delle sue pennellate, per l’uso intensivo del nero. Però che potenza!
Le storie del cow boy errante, protettore dei deboli, come Mortimer, del resto, sono godibilissime ancora oggi e la costruzione delle tavole, in bianco nero, sono una delizia per ogni appassionato cultore della Nona Arte. L’eliminazione degli orribili colori acquerellati nei volumi cartonati Dupuis, che appiattivano e mortificavano la reale bellezza dei disegni di Jijéè stata una scelta intelligente e rispettosa dell’arte dell’autore.
Siamo consapevoli che i curatori delle collane della Gazzetta dello Sport stanno sostenendo un grande sforzo nel pubblicare le cronologie complete dei migliori personaggi del fumetto franco-belga a un prezzo conveniente, però crediamo che i loro sforzi siano pienamente ripagati dai bedefili italiani.
E allora perché non osare una collana dove far confluire quei personaggi a metà strada fra l’umoristico e l’avventuroso, genere in cui gli autori francofoni sono maestri? Fra tanti affascinanti eroi giramondo con storie accattivanti citiamo, per esempio, Tintindi Hergé, Spirou e Fantasiodi André Franquin, Gil Jourdandi Maurice Tillieux, Tif e Tondudi Will, Natachadi François Walthery, Papyrusdi De Gietere altri ancora. D’altro canto hanno pubblicato anche Lucky Lukee Asterix, che non sembra siano stati sgraditi ai lettori italiani, no? E allora?