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Channel: Zona BéDé
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Jonathan è tornato...

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Da questa settimana è cominciata la pubblicazione sulla Collana Avventuradella Gazzetta dello Sport di Jonathandi Bernard Cosendai, meglio noto come Cosey, a cui quest’anno è stato attribuito il Grand Prix d’Angoulême.


Cosey non ha mai fatto studi formali di disegno, ma, grande lettore del Journal de Spirou e di Tintin, i due principali settimanali per i ragazzi della sua fanciullezza, è sempre stato attirato dall’idea di realizzarne una. Consapevole delle sue capacità e dei suoi limiti, si dedica in un primo tempo alla grafica, esperienza che lascerà un segno profondo nello sviluppo delle sue future tavole.


La svolta avviene con l’incontro, anzi la visita a casa di Derib, dopo aver letto su un giornale che era considerato il primo disegnatore svizzero di bédé. L’amabilità del disegnatore di Buddy Longway e Yakari lo porta in breve tempo a diventarne suo assistente a partire da Go West, imparando così i rudimenti del suo futuro lavoro.



Dopo una serie di lavori saltuari, decide di creare un proprio personaggio e comincia la sua ricerca per un’ambientazione dove far svolgere la sua storia. Jonathan nasce da un duplice processo di allontanamento e avvicinamento: allontanamento dai grandi temi del western e della fantascienza, nei quali Coseyvede la presenza di grandi autori per lui inarrivabili, quali Derib, Jijé, Druillet e Mézières, e avvicinamento alle sue letture di formazione più significative, quali Tintin in Tibet e i libri di Carl Gustav Jung, Chogyam Trungpa et Alexandra David-Neel. Anche il nome del protagonista ha origini letterarie, ispirato dichiaratamente a Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach.


Per una sorta di pudore e di rispetto verso il suo maestro ormai diventato amico, Cosey mostra le sue prime tavole a moltissimi editori, eccetto le Editions du Lombard, dove pubblica appunto Derib, ricevendo sempre lo stesso rifiuto. Ma è proprio sul settimanale Tintinche vede la nascita Jonathan, infatti nel giro di pochi mesi Gregcede il posto di redattore-capo a Henri Desclez,  che in precedenza aveva curato il supplemento bédé del quotidiano Le Soir, dove Cosey aveva pubblicato alcuni dei suoi primissimi lavori. Declez sta contattando molti dei giovani autori che aveva incontrato in quella sua precedenza esperienza per verificare la possibilità di una collaborazione al “settimanale dei giovani da 7 a 77 anni”.


Ed è così che il 5 febbraio 1975 Jonathan spicca letteralmente il volo sulla copertina del n.6 di Tintin edizione belga, e qualche settimana dopo anche in quella francese.


Nessun dubbio a chi si sia ispirato Cosey per le sembianze di Jonathan, basta vedere una sua foto di allora e seguire l’evoluzione dei tratti del suo viso nel tempo. L’autore non ha mai dichiarato una totale immedesimazione con la sua creatura, ma ha ammesso che Jonathanè la sua “autobiografia immaginaria in bédé”.


Jonathan ha preso da Cosey le sue grandi passioni e Cosey ha seguito le tracce della sua creatura ripercorrendone a distanza di qualche anno alcuni dei viaggi. Talvolta i due si scrivono, o l’uno parla dell’altro come di un amico di lunga data. E capita anche che si incontrino.




Ma come tipico di tutte le storie di Cosey, anche di questa relazione non tutto viene detto e molto viene lasciato all’immaginazione del lettore perché “Il lettore non è mai passivo…[]… Crea anch’egli la sua storia. Da bambino rileggevo quindici volte un album e immaginavo un seguito, altri disegni, ecc..”. Ecco con le parole di Cosey qual è il modo migliore di godere la grande avventura di Jonathan alla scoperta di genti e paesi lontani e del mondo più difficile da penetrare, conoscere e capire: noi stessi.

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